Difficile leggere quando si pedala… qualche ardito lo fa, ma in generale è un’attività da evitarsi. Eppure, a ben guardare, la bici apre squarci spazio-temporali imprevisti, prospettive inusitate, esattamente come la letteratura. Ecco, ciò che ci piacerebbe fare, forse con qualche piccola forzatura, è lasciarci ispirare da una sensazione, un’immagine, una situazione percepita pedalando per suggerirvi libri, poesie, musiche che per assonanza hanno avuto per noi una particolare eco.

Quotidianità

Fernando Aramburu – Patria. Edizioni Guanda

Patria è un romanzo corale, forte, appassionato e appassionante. Un romanzo costruito come un mosaico nel quale le diverse tessere si giustappongono formando, alla fine, un quadro nel quale la storia (i Paesi Baschi e il periodo del terrorismo indipendentista dell’ETA) si fonde con le piccole vicende degli innumerevoli protagonisti. Ciò che colpisce, in Patria, è l’ambientazione da piccola provincia travolta dal peso di avvenimenti che sembrano sproporzionati rispetto alla vita che vi si conduce.

Per dire, uno dei protagonisti, Txato, è un sessantenne che la domenica mattina esce in bici con gli amici… sembra di vederlo prendere la Motobecane dal garage, cappellino con visiera sulla testa, e andare lento al luogo dell’appuntamento con gli altri. Perché allora è stato ammazzato come un cane davanti casa? Perché, prima di essere ammazzato, è stato a poco a poco isolato dal paese, fino a farlo sentire un reietto, morto prima ancora di morire? Come è possibile che il terrorismo, la violenza, entrino nel tessuto dei rapporti quotidiani fino a lacerarli? Perché il giro in bici, la domenica mattina, non ha impedito quell’assassinio?

#Pedalateletterarie è una rubrica più o meno mensile, la trovate anche sui nostri social e sulla newsletter mensile. Ci aiuta l’amico Emanuele Romano ciclista, musicofilo e librofilo.